di Manuel Ferreira e Elena Lolli

con Manuel Ferreira

Un uomo con un megafono. Grande, grosso, vestito di una tunica bianca un po' sgualcita, una croce sul petto, gli occhiali, la barba bianca incolta. Parla. La sua voce amplificata risuona tra il rumore delle auto e il via vai dei passanti. “Con un euro sfami un bambino”.

Fuori da un concerto, allo Stadio all’uscita di una partita, dentro un mercato rionale, a una fiera. L'uomo del megafono è sempre lì. “Un euro per sfamare un bambino”. Con quell'imbuto dalla voce meccanica, così desueto, cosi fuori dal tempo, fuori moda, fuori dalla chiesa. Un sacerdote che va a raccogliere offerte in giro per strada. Sera dopo sera con la tempra di un gladiatore delle piazze che arma il suo metallico imbuto in mezzo all'universo della folla per sfamare i suoi “figli neri”: bambini del Congo, del Camerun, del Ruanda. Padre Barbieri sa che per bucare il cemento dell’indifferenza non bisogna fermarsi, lui che per lottare contro la povertà non si è fermato mai ed è riuscito a creare Coopi, una delle più importanti Ong del mondo. Coopi, Cooperazione Internazionale. Esperti, funzionari, dirigenti, volontari che lavorano in tutto il  sud del mondo, dal Sudamerica all’Africa all’Asia. Questa è la storia di un sogno che si realizza, di un uomo che sfida l’”impossibile”. La sua voce è un megafono contro la cultura della rassegnazione.

Un attore solo in scena, un leggio, uno schermo dove scorrono le foto che raccontano la vita di Barbieri. In una formula di estrema semplicità, il racconto vivo di un uomo che non c'è più ma

resta per tutti vivo.