BARBABLU'

BARBABLU'
“Se voi aveste un sogno che avete sognato da sempre e che vi rende felici, ma felici veramente, e se aveste la chiave di una porta che se l’aprite quel sogno non c’è più, voi cosa fareste?”

di e con Elena Lolli
Regia Manuel Ferreira
Costumi e scenografie Lucia Lapolla
supervisione musicale Mauro Buttafava

Una donna che si racconta, in un impasto di italiano e di dialetto della bassa ferrarese, nella sua storia c’è l’orizzonte piatto delle campagne emiliane , c’è il loro silenzio, e dentro quel silenzio la magia del primo incontro, l’inizio di un sogno: il suo incontro con Barbablù. Lei povera e contadina, lui incantatore di donne, pericoloso seduttore la cui barba nasconde un segreto.

Lei, la sognatrice, lei che pensa che  “quella barba in fondo non è poi così blu …”, che per inseguire il suo sogno, per avere al suo fianco un uomo che si accorga di lei e la circondi di attenzione, un possibile sposo e una vita agiata, è disposta a tutto. Lei che deciderà di abbandonarsi alle sue lusinghe, al suo corteggiamento, che asseconderà il suo volere in cambio delle sue premure.
E’ lei che si lascerà rapire dalla sua mano vellutata e sinistra, che perdonerà i suoi gesti crudeli fatti in nome dell’amore. Lei che si offrirà di entrare nella tela del ragno suo predatore per crederci fino in fondo, fino all’ultimo.

Ma qual è il fondo? Quanto profondo? Fino a dove può arrivare una donna che non voglia guardare la verità e preferisca continuare a sognare ?

Lo spettacolo vive di una continua tensione narrativa, un susseguirsi di eventi che dà e toglie speranze a chi si identifica nella protagonista, dentro quell’intricato labirinto che a volte è una relazione d’amore, nelle maglie strette di quella trappola claustrofobica in cui il bisogno di sognare porta noi donne a scegliere di non guardare i segni di una realtà che ci porta invece nella direzione opposta dei nostri sogni.

NOTE DI REGIA

La prima volta che ho letto Donne che corrono coi Lupi, in cui l’autrice Clarissa Pinkola Estés attingendo alle fiabe per parlarci come psicanalista della capacità  intuitiva della donna, della sua forza selvaggia, ho provato una doppia sensazione di angoscia ma anche di liberazione, di felicità.

Più di tutte la Fiaba di Barbablù mi rapiva. Dovevo leggerla e rileggerla.
Quante volte, mi sono chiesta, ci siamo scelte la strada piu difficile. Quante volte siamo entrate dentro una relazione amorosa infelice, siamo scivolate sopra alle azioni distruttive dell’altro,  ci siamo dette “in fondo poi quella barba non è cosi blu..”.., abbiamo trascurato e calpestato i nostri desideri in nome dell’amore, e siamo andate avanti senza mai demordere, nascondendo a noi stesse la verità per potere continuare a sognare ….A quante donne è capitato?
A quante donne è capitato anche di scoprire che il nostro Barbablù a cui tutto perdoniamo in nome del nostro sogno d’amore, è soprattutto dentro di noi, abita la nostra anima, calpesta il nostro istinto.

Giovani o mature, tutte possiamo cadere nella trappola, ma anche uscire da questo perverso meccanismo e venirne fuori, libere dai nostri fantasmi che ci hanno tenute imprigionate dentro a un sogno che vive solo della nostra immaginazione.

Come scrive  Pinkola Estes “ non abbiate paura di indagare il peggio. Solo così è garantito un aumento del potere della nostra anima”.

Elena Lolli

 Durata: 70 minuti circa
in scena 1 attrice

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